Programmatori in Italia. Meglio fare il portinaio.

Leggo un interessante articolo qui  riguardo alla situazione lavorativa degli sviluppatori in Italia. E un po' mi incazzo. L'articolo si concentra soprattutto sulla questione della retribuzione, ma anche su altri fattori che determinano le scelte degli sviluppatori. Sviluppatori capaci. Capaci. Dal mio punto di vista la questione della retribuzione è l'ultimo dei problemi: in Italia si guadagna di meno. Amen. Se vai in Germania prendi il doppio, il triplo ecc. Amen.

Il problema non è la retribuzione più bassa rispetto agli standard europei.

Il problema in Italia è la massa critica di aziende, aziendine, startup e minchiatine varie che affossano culturalmente il concetto di crescita professionale. Da quando è cominciato il boom dell'informatica sono venute alla luce un numero enorme di sedicenti aziende fondate da personaggi improvvisati assolutamente estranei fino al giorno prima al mondo dei computer.

Il problema è che l'imprenditore saggio, conscio del fatto che i propri dipendenti costituiscano la propria ricchezza, è in via di estinzione.

Ho quasi 30 anni di esperienza diretta sul codice. Pascal, Delphi, Basic, Assembler ecc. In Italia questo è un problema. In Italia, se sei veramente capace e preparato, sei un problema. Nel senso che esistono fondamentalmente due grosse realtà:

Mega Azienda Fantozziane ( Banche e similari ).
Piccole aziende gestite da coglioni.

La situazione nei Ced delle grosse banche di norma è la seguente: una quindicina di persone che lavorano nello stesso ufficio da quasi 10/15 anni: non sono più dipendenti, fanno proprio parte dei muri. Spesso sono imparentate tra loro o perchè 'amico chiama amico' o perchè hanno scopato ed è nato un figlio. Semplice. In questi 10/15 anni hanno lavorato facendo il meno possibile e pensando a come ottimizzare le ferie e come arrivare alla pensione. Il loro lavoro di programmatori consisteva nel copiare e incollare delle query a un database. Fine del lavoro.

Forse è il caso di stigmatizzare la differenza che c'è tra un vero programmatore e un pollo da batteria copia e incolla.

Il vero programmatore cerca di crescere professionalmente e cerca di inserirsi in ambienti in cui sia possibile imparare da persone preparate, agendo con il massimo spirito collaborativo.
Un pollo da batteria di solito è un laureato che ha preso 3.000 certificazioni del cazzo e che alla sera, invece di dedicarsi con passione al codice, si guarda una intera stagione di Arrow. Non ho detto Leftover, ho detto Arrow.
E' normale che il vero programmatore non sia visto di buon occhio. In questi tipi di ambienti è vietato portare innovazione o essere costruttivi perchè automaticamente una analisi tecnica della situazione farebbe venire alla luce 10/15 anni di merda sommersa (a livello proprio di codice e scelte tecniche). Non è un caso che non esista mai e dico MAI una documentazione tecnica: tutto avviene attraverso la tradizione orale, alla faccia delle antiche civiltà. A questo punto puoi solo fare un cosa: adattarti e essere adottato da questa famiglia/ufficio. Sappi però che qui termina la crescita professionale e che stai per diventare un altro cadavere informatico che vaga per i corridoi di un Ced. Ma la pensione è sicura. Devi solo sopportare un capo ufficio, totalmente avulso al mondo della programmazione e con atteggiamenti da Duca, che ti informa che non puoi usare istruzioni come exit, break o goto perchè considerate istruzioni da 'bad programmer'. I veri programmatori, quando incontrano qualcuno che afferma quanto sopra, sanno di trovarsi davanti a un vero e proprio imbecille.

Il vero programmatore, laureato o meno, è guidato dalla passione. Lo puoi trovare a perdersi tre giorni in un software di grafica 3d o di editing musicale. Oppure dentro una stupida chat di incontri solo per vedere come è fatta per poterla replicare. Il vero programmatore ha interessi infiniti nel mondo digitale, non si è fermato alle query di un database con milioni di record.
A questo punto il vero programmatore può cercare la propria dimensione in una azienda minore ma con un software interessante. In questo ambito qualcosa c'è: c'è qualche idea interessante, ma purtroppo c'è anche uno scoglio da superare: gli imprenditori coglioni.

L'imprenditore coglione vuole offrire ad un artista (perchè il software è arte!) un contratto da schiavo con orari fissi 9.00-18.00 con la pretesa di ottenere un risultato. Come chiedere a un pittore di dipingere solo ed esclusivamente in orario da ufficio. Il problema è che il vero programmatore scrive valanghe di codice efficiente quando cazzo vuole lui. Quando? Sempre. Roba da baciarsi i gomiti per una azienda, ma in una società (quella italiana) in cui il concetto di feudalesimo è ancora predominante, soluzioni come il telelavoro sono considerate pura stregoneria.

E qui veniamo alla massa critica di giovanotti che si sono improvvisati grandi manager senza sapere un cazzo della vita. Non del lavoro. Della vita. Le 8 ore cronometrate devono essere passate in un grande open-space assieme ad altre 15 persone, ognuna seduta al proprio posto, con le cuffiette nelle orecchie per isolarsi dagli altri. Per comunicare si comincia con i gesti e solo quando si tolgono le cuffiette si può comunicare verbalmente. Il motto dell'imprenditore coglione è 'alzati e fattura'. La salute, lo stato emotivo, la serenità dei propri dipendenti sono concetti del tutto estranei alla mente dell'imprenditore coglione, ma il panettone a Natale te lo regala lo stesso. Nelle 8 ore bisogna anche scrivere codice solo con la mano sinistra perchè la destra deve reggere il telefono. Questo contatto diretto sviluppatore-cliente finale è letale per un vero programmatore, il quale dopo circa 6 mesi, lascia per motivi di stress.
Ma l'importante è fatturare e anche qui, migliorare un software, non è richiesto. Compila? allora va bene. Se poi è pieno di memory leak o qualche volta crasha, pazienza. Basta riavviare. Ricerca e sviluppo sono parole che non appartengono a questa dimensione spazio-tempo.

Oramai si lavora con strumenti talmente sovra dimensionati che la vera competenza non è richiesta. In pratica ci si ritrova ad essere la nicchia di se' stessi. La retribuzione è veramente l'ultimo dei problemi. Il problema è culturale. Per questo io cerco lavoro come portinaio notturno: hai un sacco di tempo (pagato) per studiare nuove tecnologie.






Commenti

  1. faccio parte degli imprenditori coglioni... ;-) ma sono anche sviluppatore e condivido il fatto che do il meglio il sabato e la domenica quando non c'è nessuno che chiama. Difendere chi lavora sotto di me dal telefono è una priorità. Per quanto riguarda la qualità del sw invece parlo da imprenditore: dipende molto dalla percezione del cliente. A volte si perde una commessa perchè qualcuno senza esperienza offre 100 euro meno, oppure l'ufficio acquisti mi -tira il collo e col cavolo che mi posso permettere "i fronzoli", un programma che va al 95% basta e avanza.

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